E. Degas “L’assenzio” (1875)
La tristezza è un’emozione molto importante, che fisiologicamente proviamo quando qualcuno di importante per noi ci abbandona o si allontana o quando per vari motivi non riusciamo a conseguire qualche importante obiettivo che ci eravamo prefissati. E’ la normale reazione al lutto per una persona cara, dopo lo spaesamento e a volte la rabbia nel caso di perdite improvvise. Ha lo scopo interpersonale di suscitare nei nostri simili conforto e condivisione.
Quando però la tristezza diventa persistente, cupa, ci sentiamo “bloccati” e sentimenti di profonda inadeguatezza e colpa ci pervadono ecco che possiamo parlare di essere entrati in uno stato depressivo: quello che un tempo ci dava gioia e piacevolezza non ci interessa più, ci sentiamo senza energia e senza speranza, o a volte agitati ma come se “girassimo a vuoto”… possono comparire alterazioni dell’appetito ( mangiamo poco o troppo, in continuazione, per placare il senso di vuoto…) e alterazioni del sonno ( insonnia, specie al mattino presto, oppure dormiamo in continuazione…).
Può succedere che, per non sentire questa tristezza così profonda e devastante, abusiamo di alcool o di altre sostanze stupefacenti…. E così cadiamo nel tunnel della dipendenza…
La psicoterapia ( accompagnata da una mirata terapia psicofarmacologica) ci potrà aiutare ad accettare gli eventi dolorosi della nostra vita ( anche attraverso il metodo EMDR nel caso di lutti bloccati o di eventi traumatici), a prenderci cura della nostra parte sofferente e a ritrovare un significato ed una direzione sulla base del comune senso di appartenenza al genere umano, riscoprendo la complessità e la bellezza del nostro essere al mondo e riconnettendoci così al “fluire della vita”.